Oggi voglio trattare di un problema gastrointestinale molto diffuso, la sindrome dell’intestino irritabile (IBS). La sindrome è caratterizzata da ricorrente disagio o dolore addominale che è accompagnato da almeno due dei seguenti elementi:
-sollievo con la defecazione;
-modificazione della frequenza delle evacuazioni e/o della consistenza delle feci.
Le cause
La causa della sindrome dell’intestino irritabile è sconosciuta. Fattori emotivi, alimentari, ormonali o l’assunzione di farmaci possono scatenare o aggravare i sintomi gastrointestinali. La causa della sindrome dell’intestino irritabile riconosce sul piano fisiopatologico una combinazione di fattori psicosociali e alterazioni della fisiologia. La sindrome compromette in modo significativo la qualità di vita del paziente ed è associata a depressione e ansia.
Fattori fisiologici
Tra le cause della Sindrome dell’intestino irritabile dobbiamo ricordare l’alterazione della normale fisiologia intestinale, in particolare:
- alterazione della motilità (determinante in caso di diarrea e stipsi);
- ipersensibilità viscerale, cioè sensibilità maggiore alla distensione della parete intestinale con aumentata percezione del dolore, indipendentemente da alterazioni della normale quantità di gas intestinale;
- fattori genetici e ambientali.
L’ingestione di cibo ad alto contenuto di oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi fermentabili e polioli (FODMAPs) scarsamente assorbiti nel piccolo intestino e possono aumentare la motilità del colon.
Fluttuazioni ormonali interferiscono con l’attività intestinale nelle donne.
I sintomi
Il quadro clinico è variabile e comprende sintomi intestinali ed extra-intestinali.
Sintomi intestinali sono:
- dolore addominale cronico, crampi di intensità variabile e con riacutizzazione periodiche. Il dolore può essere alcune volte sordo, ma altre intenso ed esacerbato da tensione emotiva e assunzione di cibo. L’evacuazione può in genere dare sollievo.
- alterazione dell’alvo: diarroico, stiptico, alterno o normale con episodi di diarrea e stipsi. La diarrea è accompagnata da evacuazioni frequenti, tali evacuazioni sono diurne spesso postprandiali oppure al risveglio, e precedute da dolori addominali e crampi.
Sintomi extra intestinali : comprendono disfunzioni sessuali, dismenorrea, minzione frequente e urgenza urinaria, e sintomi correlati alla fibromialgia.
Diagnosi
I criteri che permettono di diagnosticare una IBS negli adulti sono:
- sintomi gastrointestinali cronici persistenti per più di tre mesi come dolori addominali, flatulenza accompagnati da alterazione dell’alvo;
- i sintomi sono tanto forti da indurre il paziente a chiedere il parere del medico in quanto è pregiudicata la propria qualità della vita;
- il presupposto è che non vi siano altri quadri patologici potenzialmente responsabili dei sintomi.
Come si cura?
I sintomi della sindrome dell’intestino irritabile possono ridursi notevolmente correggendo le abitudini alimentari (limitando i cibi ricchi in FODMAPs) e introducendo integratori specifici (probiotici e prebiotici).
La terapia indicata per curare questo disturbo permette infatti di ripristinare l’integrità funzionale dell’intestino e di ricompattare la flora batterica intestinale.
La dieta
L’alimentazione ha un ruolo fondamentale nello stabilire il benessere del nostro intestino.
Il piano alimentare per ridurre la sintomatologia legata alla disbiosi è una dieta a basso tenore di FODMAP (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides And Polyols), questa prevede diverse fasi:
- La prima fase implica l’esclusione completa di alimenti contenenti FODMAP per un periodo stabilito
- Una fase di reintroduzione di questi in cui, a seconda dei sintomi, verranno stabiliti ordine e quantità appropriati di alimenti contenenti FODMAP;
- La fase finale prevede il raggiungimento di un’autogestione a lungo termine dei sintomi.
Identificare i cibi cui si è intolleranti aiutandosi mediante registrazione con diario alimentare.
Limitare il consumo dei seguenti alimenti:
- cibi e bevande che contribuiscono alla formazione di gas nel lume intestinale come legumi, soia, cavoli, ravanelli, cipolle, broccoli, cavolfiori, crauti, castagne, prugne, banane, dolcificanti artificiali come sorbitolo e mannitolo contenuti nelle caramelle light e chewing-gum
- cibi che contengono gran quantità di fruttosio e zuccheri raffinati come bibite zuccherate e gassate, succhi di frutta, marmellate e thè freddi confezionati.
Frazionare i pasti nel’arco della giornata consumando 3 pasti principali e 2 spuntini (vedi come comporre il piatto sano qui).
Scegliere metodi di cottura semplici, (per capire quali sono clicca qui e qui) ridurre l’uso di grassi da condimenti di origine animale come burro, strutto, pancetta, panna e margarina vegetale.
Limitare l’introduzione di alcol e caffeina.
Esempio menù con eliminazione dei FODMAPs:
Colazione: Latte di soia + fiocchi d’avena
Spuntino: Kiwi
Pranzo: Risotto con le melanzane + prosciutto crudo + peperoni grigliati
Spuntino: Arancia
Cena: Fettina di vitello + lattuga + gallette di riso
Consigli pratici
Una moderata ma regolare attività fisica è sempre permessa e generalmente è utile per regolarizzare l’evacuazione naturale e per ridurre lo stress.
Ovviamente vanno evitate le attività troppo intense ed estenuanti all’aperto (corsa e maratona). Se i sintomi persistono per mesi, è bene non trascurarli del tutto, rivolgendosi al proprio medico. È anche consigliato di non modificare l’alimentazione arbitrariamente e di non assumere prebiotici o probiotici a caso, o peggio ancora lassativi e antidiarroici che di solito peggiorano la situazione. E’ sempre consigliato rivolgersi al proprio medico curante per la diagnosi e a un nutrizionista per il piano alimentare.